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Vino su tela – Un colore sottratto al gusto (Milano, 2012)

Il 23 novembre 2012, presso l’Hotel The Westin Palace di Milano, Stefania Scarnati ha presentato “Vino su tela – un colore sottratto al gusto”, le sue nuove Artépore® consistenti in una raccolta di dipinti su tela realizzati con vini pregiati. I “vini su tela” di Scarnati hanno impreziosito la serata di beneficenza promossa dalla Associazione Italiana Sommelier con il titolo “100 Vini per l’Emilia”.

L’esposizione “Vino su tela” prosegue fino al 22 dicembre 2012 presso lo Studio d’Arte Artépore®

La parola all’artista:

“Nel titolo tutto il significato della mostra : una raccolta di dipinti su tela realizzati con vini pregiati. Ogni tela porta il nome del vino utilizzato per la sua realizzazione. Ogni composizione racconta di suggestioni, ricordi, evanescenze oniriche… macchie come paesaggi immaginati o evocati durante una lenta e attenta degustazione… Il bianco della tela è l’unico colore che dialoghi con le tonalità del vino, esaltandone i contrasti. Il colore di una suggestione. Il vino si presenta col suo colore … E’ il nostro primo impatto con Lui… E’la prima impressione che ci colpisce mentre lo si versa, lo si vede decantare, lo si accosta al viso… E la sua voce che comincia con un sussurro, ci parla delle sue origini, della sua vita, della sua età… Il colore del vino è una realtà sospesa tra il suo possesso ed il suo gusto…

Così ho voluto provare a dare forma a questa realtà , rubando al gusto tutte le sensazioni che il colore del vino mi suggeriva… Il fascino provocato dalle svariate sfumature di colore che il vino mi offriva, mi conquistava sempre più. Ho cominciato perciò una sorta di sperimentazione per dar corpo e contrasto ad un colore molto particolare che da sempre si esprimeva attraverso le trasparenze… Difficile quindi portare quelle sensazioni su un supporto che non era vetro… Dovevo ad un tempo trattenere ed esaltare la voce del vino, cercando un linguaggio diverso, ma non meno efficace.

Le prime sperimentazioni sono state su carta per poi passare all’incanto della tela vergine… Questa, così bianca ed immacolata, ha portato subito in primo piano il colore e la voce del vino .. Il sussurro appena percepito è diventato clamore, mi ha suggerito di insistere e di inserire elementi sottili come lineari percorsi bianchi tra le macchie di colore …percorsi inconsistenti che supportavano forti sedimentazioni… E poi è nato il bisogno di una presenza: una sfera, una luce, forse il nostro Sole, fonte di ogni vita… Con pazienza ogni elemento cercato e trovato si è sommato agli altri: tutto ha cominciato così a funzionare, come in una danza leggera, ma determinata, come in una coreografia nata passo dopo passo che si concretizza in un’espressione indimenticabile, indelebile come il colore di una suggestione……”